ATTIVITÀ

CITTÀ AMICA 2024 (Torino)  

Premio Internazionale Metropoli di Torino

CITTÀ AMICA 2024 (Torino)

EXPO 2024

(La Bellezza salverà il mondo)

ART PARMA 2023

BAF 2023   (BERGAMO ARTE FIERA)

 

MANIFESTA 2023

 

BAF 2022  (BERGAMO ARTE FIERA)

 

ART PRIZE  PALLAVICINI  2022

 

PARATISSIMA - FIERA MERCATO di TORINO 2019

 

OMAGGIO A MUCHA ARTE FIERA DI BOLOGNA  2019

 

BERGAMO ARTE FIERA 2017

 

<PEOPLE>  SPAZIOVITALEIN  CATANIA

 

VOCI D'ARTISTA  SPAZIOVITALEIN CATANIA

 

Viaggio tra le vie dell'Arte  Circolo Ufficiali di Catania 

 

CATENAIMMAGINI 90 - Catenanuova  Agosto 1990

 

CLUB delle ARTI  

 

Il FOGLIO D'ARTE  Agosto 1978

 

MOSTRA ESTEMPORANEA COMUNE DI TRECASTAGNI

 

2023 WIKIARTE  17 - 23 GIUGNO

 

2022 WIKIARTE   03 -14 DICEMBRE

 

2020 WIKIARTE  03 - 14 OTTOBRE

 

2019 WIKIARTE  02 - 14 NOVEMBRE

 

2018  UCAI ALBENGA 08 - 14 AGOSTO

 

2018 MUSEO SOMMARIVA ALBENGA 04 AGOSTO  02 SET

 

2016 SALA CONSILIARE DI REGALBUTO 08 . 10 AGOSTO

 

2016 "SPAZIOVITALEin" CATANIA  11 - 28 GIUGNO

 

1979 SALA COMUNALE DI REGALBUTO  21 - 31 LUGLIO

 

1979 "LA PENSILINA" LEGNANO  05 - 17 MAGGIO

 

1978 CENTRO D'ARTE "PINE'" CATANIA  08 - 16 LUGLIO

 

1978 COMUNE DI CASTELMOLA  21 LUGLIO 21 AGOSTO

 

1978 IL CAVALLETTO DI MILANO  16 31 MARZO

 

Angelo Licari

 

Nasce a Regalbuto, importante borgo dell’ennese, anche per la presenza di un lago, di rilevante attrazione turistica. Qui trascorre l’infanzia a contatto con la natura più autenticamente vera dell’entroterra siciliano, scoprendo subito il paesaggio e la figura umana, quella più  contorta e sofferta, scavata  dal  lavoro dei campi, esperienza che dà pieno significato al suo primo approccio con la pittura guttusiana.  Nell’adolescenza, si trasferisce a Catania dove compie i suoi studi medi e, successivamente, obbedendo alla sua inclinazione, quelli artistici presso l’Istituto d’Arte di Catania e l’Accademia di Belle Arti. Nel 1976 si trasferisce al nord, in provincia di Varese, dove intraprende la professione dell’insegnamento  in parallelo con l’attività artistica che svolge in maniera incessante, partecipando a varie mostre di pittura, collettive e personali a Milano e Varese. Contestualmente, dagli esordi guttusiani di matrice naturalistica e paesaggistica legati alla Sicilia nell’accezione tipicamente teocritea del dialogo tra natura e cultura,passa, grazie proprio all’esperienza nordica, al periodo cosiddetto “ metafisico”, durante il quale intraprende a scomporre l’immagine, sovrapponendo scene di personaggi intenti alle loro quotidiane occupazioni nei paesi dell’entroterra siciliano. Così, l’influsso guttusiano si stempera e la sua pittura sembra allontanarsi dalla riproduzione della realtà ed acquisire toni più autonomi e personali, proprio nella mescolanza di intelletto ed istinto che caratterizza questa fase. Negli anni immediatamente precedenti al suo ritorno in Sicilia, avvenuto nel 1990, la sua pittura diventa più complessa e, forse, più ermetica, ma sostanzialmente legata a quella metafora dell’esistenza intesa alla maniera montaliana come “ scialo di triti fatti”: i personaggi appaiono pirandellianamente deformati, quasi come maschere che tradiscono un “male di vivere” facilmente decifrabile, mentre il linguaggio artistico diventa più maturo e consapevole. Al ritorno alla sua amata terra,

l’esperienza acquisita ha perfettamente  consolidato la sua personalità artistica, per cui, benché la partecipazione ad eventi culturali quali mostre ed altre manifestazioni non si sviluppi in modo continuo e fecondo come negli anni nordici, (anche per la sua particolare natura poco incline a mostrarsi in pubblico, quasi prototipo dell’artista puro), tuttavia la ricerca e l’indagine dei vari aspetti della realtà continuano a manifestarsi in una progressiva, ulteriore evoluzione della sua arte, che passa da un realismo sociale trasfigurato e sublimato da una tecnica espressionista mediante la quale quelle maschere pirandelliane interpretano se stesse e sembrano essersi scarnificate e quasi liberate dal dolore, ad un approdo finale, vicino agli artisti della transavanguardia e del neoespressionismo, una sorta di “ giovanilismo” che si avvale  di tecniche pittoriche tradizionali per esprimere un mondo moderno e, persino, virtuale.

 

 


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1980-90

 

 

 

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